Una premessa

Questo testo parla della vita e delle idee rivoluzionarie di Friedrich Engels. Insieme a Karl Marx, Engels maturò il materialismo dialettico e fondò il movimento comunista nel mondo. Questo atto, da cui chi lotta per un mondo migliore trae consapevolmente o inconsapevolmente  ispirazione, non fu una scoperta o una rivelazione religiosa. Il movimento comunista nacque da una lotta, prima ideologica e poi politica.

Il marxismo stesso non è un’invenzione. La filosofia che lo compone, il materialismo dialettico, è il prodotto di una maturazione intellettuale travagliata che rielaborava e capovolgeva alcuni assunti filosofici fino ad allora dominanti. A differenza di altre scuole filosofiche, il marxismo è l’unica filosofia che si è costruita tanto nella lotta contro altre ideologie quanto nella conferma di quanto avveniva nelle lotte sociali. Più la classe operaia entrava nella scena della storia a metà ‘800, più la filosofia del materialismo dialettico diventava una filosofia dell’azione. Nessun’altra scuola filosofica può dire lo stesso. E’ per questo motivo che a 200 anni dalla nascita di Friedrich Engels possiamo continuare a scrivere e a sviluppare la filosofia del materialismo dialettico: perché il mondo in rivolta in cui viviamo ci dà ragione.

Engels non ha ricevuto la stessa fama di Karl Marx, sebbene le loro idee non siano separabili e, soprattutto, distinguibili. Le sue statue sono ancora quasi tutte in piedi nei paesi del blocco dell’est e, per ora, vengono guardate con indifferenza dalla maggior parte dei lavoratori che vi passeggiano accanto. Negli anni dell’Unione Sovietica, quando il pensiero di Marx ed Engels veniva svuotato del contenuto rivoluzionario e applicato come un rosario, il pensiero di Engels venne ridotto a un insieme di formule rituali: la quantità che a un certo punto si trasforma in qualità, l’unità di fenomeni apparentemente opposti, la negazione della negazione per indicare lo sviluppo di un fenomeno che conservi alcune caratteristiche degli stati primitivi.

Questi concetti sono il cuore del materialismo dialettico ma, estrapolati dal loro contesto, sono pressochè senza significato. Hanno valore solo se utilizzati per interpretare fenomeni reali come uno sciopero, una rivoluzione o un fenomeno naturale come la nascita di una nuova specie.

Nel tentativo di sterilizzare le idee di Engels, gli intellettuali sovietici hanno progressivamente separato questi concetti dall’esperienza che Engels fece delle rivoluzioni del 1848, della sua lotta nella Lega dei giusti per orientarla alla classe operaia, dei suoi sforzi per fondare e dirigere la prima organizzazione internazionale dei lavoratori. Aspetto quest’ultimo che certo non stupisce, essendo, l’Unione Sovietica, stata deviata sulla teoria anti-internazionalista del socialismo in un paese solo.

Engels passò gran parte della propria vita a mettere Marx nelle condizioni di produrre quanta più analisi possibile. Quando potè, si fece carico egli stesso di analisi teoriche, ma gran parte della sua produzione venne scritta nel contesto della direzione politica del neonato movimento comunista. Tutta la sua produzione, come quella di Marx, perfino quella più complessa e astratta degli anni giovanili, non può essere letta se non alla luce di una lotta reale. Come spiega lo stesso Engels nell’orazione funebre che pronunciò per la morte dell’amico, nel cimitero di Highgate una mattina di marzo del 1883:

“Perchè Marx era prima di tutto un rivoluzionario. Contribuire in un modo o nell’altro all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, contribuire all’emancipazione del proletariato moderno al quale egli, per primo, aveva dato la coscienza delle condizioni della propria liberazione: questa era la sua reale vocazione. La lotta era il suo elemento.”[1]

Viviamo in un mondo in fiamme. Non c’è angolo sulla Terra che non sia scosso da tensioni sociali, sollevazioni, guerre o cataclismi climatici. Il 90% dell’umanità lotta per passare la nottata e un pugno di famiglie miliardarie annegano in una ricchezza oscena e immorale.

Eppure, tra le fiamme, una nuova umanità lotta per emergere. E’ nelle barricate dei giovani in Cile, tra le fiamme della rivolta a Baghdad, è negli scontri a Hong Kong e nelle marce di protesta negli Stati Uniti, è nella forza degli scioperi in Francia e nel movimento mondiale per il clima.

E’ negli obblighi che abbiamo verso noi stessi e le generazioni che verranno dopo di noi. Friedrich Engels avrebbe messo da parte tutte le proprie occupazioni per relegare in un museo questo inferno chiamato capitalismo.

Insieme a noi, avrebbe giudicato questo nostro mondo pronto per la rivoluzione mondiale. Oggi noi paghiamo un prezzo molto alto per la marginalizzazione delle idee di Marx ed Engels nella sinistra di tutti i paesi del mondo. Se le più potenti organizzazioni sindacali e i più grandi partiti della sinistra, compresi quelli nominalmente comunisti, adottassero il metodo e le idee del marxismo, la transizione a una società più giusta sarebbe senz’altro più facile e meno cruenta. La maggioranza della popolazione mondiale è dalla parte di un mondo giusto e senza sfruttamento. Semplicemente, non ne è cosciente.

Trasformare l’incoscienza in coscienza è il compito dei comunisti. Un compito, questo, che può essere portato a termine solo sulle solide fondamento del materialismo dialettico. Introdurlo, analizzarlo, invogliarne allo studio è oggi un compito ancora più essenziale per organizzare gli sfruttati.

 

Note:

[1] Friedrich Engels, Orazione funebre per Karl Marx

 

 

 

Indice: