1) – I Commissari di fabbrica sono i soli e veri rappresentanti sociali (economici e politici) della classe proletaria, perché eletti a suffragio universale da tutti i lavoratori sul posto stesso di lavoro. Nei diversi gradi della loro costituzione i Commissari rappresentano l’unione di tutti i lavoratori quale si realizza negli organismi di produzione (squadra di lavorazione – reparto – officina – unione delle officine di una determinata industria – unione degli stabilimenti di produzione di una città – unione degli organismi di produzione dell’industria meccanica ed agricola di un distretto, di una provincia, di una regione, della nazione, del mondo) dei quali i Consigli e il sistema dei Consigli rappresentano il potere e la direzione sociale.
2) – Gli operai uniti nel sistema dei Consigli riconoscono l’utilità dei Sindacati di mestiere e di industria nella storia della lotta di classe e la necessità che essi continuino nella loro funzione di organizzare le singole categorie dei lavoratori per ottenere miglioramenti di salario e di orario fino a quando permane la concorrenza nel mercato del lavoro così come è costituito in regime capitalista. Riconoscono nei Sindacati una indispensabile forma di organizzazione perchè essi rappresentano l’unione superiore dei lavoratori aventi uguali interessi individuali prodotti dall’esercitare le stesse funzioni nell’ordine della produzione capitalistica. Sostengono che nei Sindacati devono essere organizzati tutti gli operai.
3) – Le direttive del movimento operaio devono nascere direttamente dagli operai organizzati sui luoghi stessi di produzione, ed esprimersi per mezzo dei Commissari di Fabbrica.
I Sindacati di mestiere e di industria, dovranno continuare nella loro attuale funzione che è quella di contrattare per la collettività cogli organi padronali buone condizioni di salario, di orario e di regolamenti di lavoro per intere categorie, dedicando tutta la competenza acquisita nel passato di lotta alla preparazione di concordati chiari, perspicui che veramente rispecchino le necessità attuali del lavoro e della psicologia degli operai di fabbrica.
I Consigli incarnano invece il potere della classe lavoratrice organizzata per officina, in antitesi con la autorità padronale che si esplica nell’officina stessa; socialmente incarnano l’azione di tutto il proletariato solidale nella lotta per la conquista del potere pubblico, per la soppressione della proprietà privata.
4) – Gli operai organizzati nel seno dei Consigli accettano senza discussione che la disciplina e l’ordine dei movimenti economici, parziali o collettivi sia fissata dai Sindacati quando però le direttive dei Sindacati siano date dai Commissari di fabbrica come rappresentanti della massa lavoratrice. Respingono come artificiale, parlamentaristico e falso ogni altro sistema che i Sindacati vogliano seguire per interrogare la volontà delle masse organizzate. La democrazia operaia non si basa sul numero e sul concetto borghese di cittadino, si basa sulle funzioni di lavoro, sull’ordine che la classe lavoratrice assume naturalmente nel processo di produzione industriale professionali e nelle fabbriche.
5) – I Commissari di fabbrica si proclamano disposti ad affrontare qualunque resistenza tendente ad impedire ai loro organismi specifici il diritto di controllo nella vita interna degli organismi proletari professionali nelle fabbriche.
6) – I Commissari si impegnano ad esercitare tutta la loro attività di propaganda affinché si ottenga la fusione in un unico Sindacato Nazionale di tutte le Organizzazioni di una stessa categoria non confederate, ma che agiscono sulla linea della lotta di classe per i fini della Rivoluzione Comunista.
Tutti i Sindacati di mestiere e di industria del proletariato italiano dovranno aderire alla Confederazione Generale del Lavoro. I Commissari fanno appello a tutti i compagni di lavoro che li hanno votati con coscienza comunista affinché vogliano esplicare tutta l’opera di persuasione individuale per rafforzare le organizzazioni in cui sono inscritti. Se i lavoratori hanno raggiunto veramente, come essi dichiarano, la piena maturità della “coscienza classista, essi devono persuadersi della necessità di costruire una sola, grande Unione di tutte le forze proletarie italiane. Essi devono partecipare con maggiore attività alla vita dei Sindacati, imporvi i concetti che animano il sistema dei Consigli, lavorare affinché siano eliminate tutte le difficoltà che oggi si oppongono all’unità proletaria. Quando nelle varie organizzazioni oggi dissidenti i lavoratori avranno portato lo stesso spirito di conquista e lo stesso desiderio di autogoverno e di potere proletario che anima ii sistema dei Consigli, la fusione di queste Organizzazioni non sarà più che una semplice pratica di ordinaria amministrazione. I Commissari invitano invece i compagni di lavoro a staccarsi da quegli organismi che sono retti su principi o religiosi, o naziconalistici, estranei assolutamente alle funzioni e ai compiti delle Organizzazioni operaie.
7) – L’assemblea di tutti i Commissari delle officine torinesi affenna con orgoglio e sicurezza che la loro elezione e il costituirsi del sistema dei Consigli rappresenta la prima affermazione concreta della Rivoluzione Comunista in Italia. Si impegna di dedicare tutti i mezzi a disposizione dei Commissari singoli e del sistema dei Consjgli per ottenere che il sistema dei Consigli Operai, basati sui Commissari eletti per reparto e per squadra di lavorazione, si diffonda irresistibilmente in tutta Italia, e possa, nel più breve tempo possibile, essere convocato un Congresso Nazionale dei delegati operai e contadini di tutta Italia.