Il presente programma è stato votato dalla prima assemblea quasi generale dei Commissari di fabbrica di Torino. Esso più che programma, vuol essere l’esposizione dei concetti che informano il sorgere della nuova forma di potere proletario, esposizione a scopo propaganfistico, e per fissare una piattaforma di discussione con gli organismi proletari precedente­mente sorti.

Questa prima assemblea non si arroga quindi il diritto di formulare un programma definitivo, perché esso è programma di lavoro rivoluzionario, e deve quindi essere aperto a continua e anche radicale in­novazione. Deve invece servire, ad avviare in Italia l’esperimento pratico della realizzazione della Socie­tà Comunista.

L’arrogarsi tutti i diritti è proprio dei primi arri­vati: così fanno alcuni di quegli uomini che vogliono impersonifìcare in sè stessi la vita dei Sindacati, e che vorrebbero da tutti accettato il concetto che il Sinda­cato può con le sue mansioni riempire tutta la vita sociale.

Noi con la realtà del nostro potere e delle nostre funzioni, siamo una prima negazione di questa teo­ria; che non è negazione teorica, non costruzione ar­tificiale di mente umana: il nostro potere è sorto per spontanea volontà del proletariato dell’officina, stanco di dover sottostare, in piena predicazione demo­cratica, a una disciplina e alla formulazione dei concetti direttivi senza voce in capitolo, e di dovere continuamente diffidare nella tema che per tendenze o fallire di uomini, lo si porti su una strada diversa da quella rivoluzionaria.

E’ per questa reazione spirituale che i Commissari sorgono universalmente in tutte le Nazioni. Il sorgere dei Commissari dimostra che il trattare i prezzi nel campo della concorrenza borghese, e I’ammini­strare i mezzi di produzione e le masse d’uomini sono due funzioni distinte. La prima ha uno scopo che si può dire commerciale, e che consiste nell’av­valorare, su un dato mercato borghese, il lavoro di una categoria, per venderlo a maggior prezzo (funzione esercitata dai Sindacati) mentre Ia seconda ha lo scopo potenziale di preparare uomini, organismi e concetti, con una continua opera prerivoluzionaria di controllo, perché siano pronti a sostituire l’auto­rità padronale nell’impresa, a inquadrare in una nuova disciplina la vita sociale; è questa Ia funzione dei Commissari che per il meccanismo stesso di for­mazione, rappresentano il più democratico dei pote­ri. Allo scopo appunto di fissare in limiti precisi di lavoro e di potere queste due funzioni il programma è stato fatto precedere da una dichiarazione di principi fondamentali.

L’esempio del funesto contrasto tra dirigenti Sin­dacali e potere dei Consigli in Ungheria ci ha spinti a tentare di prevenire il ripetersi del fatto nella rivoluzione italiana fissando i rapporti fra le due Iun­zioni, e fissando a ogni funzione quei compiti che la sua costituzione, il suo principio informativo, e il suo esercizro quotidiano le assegna.

Il principio del mandato democratico deve preva­lere in ogni potere: gli eletti non devono essere altro che esecutori della volontà della massa; e que­sto principio è veramente realizzato dai Commissari.

Il suffragio in questo sistema non è ancora universale, e ciò per ragioni contingenti, esiste ancora una borghesia con numerosi servi; esistono ancora dei proletari non coscienti disorganizzati, che se pos­sono e devono avere il diritto al voto per esercizio della loro volontà, non devono avere il diritto alla candidatura: a essere cioè investiti di un’autorità che deve controllare i Sindacari, di cui essi non han­no coscienza, e la vita sociale che essi non capiscono.

Ma i Commissari, appunto perchè eletti da tutti i proletari, sono un potere sociale, e perchè sono de­gli organizzati eletti da tutti i proletari (che come co­scienti si impongono indubbiamente alla massa) pos­sono rappresentare la volontà degli organizzati stes­si nelle organizzazioni.

Il programma, ripetiamo, non deve e non dovrà mai essere definitivo. Successive assemblee regio­nali e quindi Nazionali dovranno continuamente rivederlo, svolgendo i concetti in esso contenuti.

Intanto per la sua diffusione e la sua discussione l’assemblea dei Commissari ha votati i seguenti ordini del giorno:.

1) I Commissari di fabbrica di Torino nell’assem­blea tenuta il 31 Ottobre 1919, hanno formulato l’u­nito programma sul potere dei Commissari e dei Consigli; deliberando quindi:

a) di chiederne la pubblicazione su tutti i quoti­diani e periodici proletari.

b) di diffonderlo in tutte le fabbriche d’Italia,

e) di comporre delle Commissioni di industria formate dalle antiche Commissioni Interne, per stu­diame l’applicazione nelle varie Industrie,

d) di farlo discutere ed eventualmente accettare da tutte le organizzazioni e le cooperative che si man­lengono sul terreno della lotta di classe.

2) L’Assemblea dei Commissari di fabbrica di To­rino delibera di riunire un’assemblea regionale, appena i Commissari saranno sorti nella regione, per rivedere il programma e preparare un primo congresso regionale o Nazionale».