Al XX Congresso del Partito Comunista russo, tenutosi nel febbraio 1956, le “rivelazioni” di Kruschev su Stalin produssero un terremoto politico. Le fondamenta di ogni Partito Comunista del mondo ne furono scosse. Ci vorranno decenni prima che possano essere riparate se mai lo saranno. Queste rivelazioni furono forse un errore tattico? Non si erano resi conto, i burocrati russi , che detronizzando Dio, i fedeli avrebbero potuto cominciare a mettere in questione l’intera teologia? Krushchev era informato dei crescenti fermenti in Polonia ed in Ungheria gia prima del XX Congresso? Sapeva che questo fermento coinvolgeva lo stesso Partito Comunista polacco? Ne comprendeva la pericolosità potenziale per il suo stesso regime oltre che per quelli dei satelliti ?
In Polonia la mattina del 28 giugno 1956 i lavoratori della fabbrica di locomotive Zispo, di Poznan, scioperarono e scesero in piazza. Ciò non venne fatto d’impulso. Molte settimane prima era stato eletto un comitato. Questo aveva presentato alla direzione una lista di rivendicazioni . Alcune erano prevedibili. Si volevano incrementi salariali, riduzioni dei prezzi e riduzioni degli obblighi al cottimo. La dirigenza , tuttavia , fu colta di sorpresa quando questi ‘semplici operai’ criticarono il modo di conduzione dell’azienda e rivendicarono una differente organizzazione del lavoro nelle diverse officine. Mettere in questione l’infallibilità dirigenziale nel decidere che cosa dovessero fare i lavoratori, e quindi rivendicare la riorganizzazione della produzione a livello di officina, colpiva le radici stesse del sistema. I dirigenti non si scomposero. Fecero ciò che avrebbero fatto i loro pari d’occidente: adottarono delle tattiche dilatatorie e le chiamarono ‘negoziati ‘ . Questi si trascinarono, senza risultati. I lavoratori alla fine li troncarono. A migliaia scesero in piazza. Appena la notizia si diffuse , i lavoratori indissero assemblee in altri impianti. Votarono per l’adesione al movimento. Allora divenne evidente il carattere politico delle dimostrazioni. Dei manifesti portati in corteo rivendicavano cose come: ‘Libertà e Pane’, ‘Via i Russi!’ e ‘Bastacon il cottimo’. Per quanto riguardava Poznan, presto le dimostrazioni manifestarono il carattere di una sollevazione su vasta scala. Carri armati e truppe russe circondarono la città , ma non entrarono. Il Governo fece entrare i carri armati polacchi, e gli equipaggi ne eseguirono gli ordini. Il sangue dei lavoratori scorse per le strade. Dopo due giorni la rivolta fu schiacciata. La direzione della fabbrica Zispo ottenne , in tal modo , il suo diritto a dirigere scritto con il sangue. Vi furono scioperi per “risonanza” in parecchie altre città, ma furono rapidamente isolati dalia polizia e non raggiunsero simili proporzioni.
Sconvolta e confusa, la burocrazia polacca attribuì la sollevazione a dei ‘provocatori’ , ad agenti segreti al soldo degli Stati Uniti e della Germania Occidentale. Ma il 18 luglio, ad una riunione del Comitato Centrale del Partito , Edward Ochab, il Segretario Generale, disse: “…è necessario prima di tutto, ricercare le radici sociali di questi incidenti (di Poznan) che sono diventati, per l’intero nostro Partito, un allarmante segnale che testimonia l’esistenza di gravi disturbi nelle relazioni tra il Partito ed ampi settori della classe operaia. Ochab proseguì spiegando che quasi il 75% dei lavoratori di Poznan aveva subito delle riduzioni salariali, mentre erano aumentati gli obblighi al cottimo. Dando importanza soltanto ai motivi economici della sollevazione, Ochab cercava di sminuirne gli importanti aspetti politici. Le sue affermazioni, nondimeno, sembravano riflettere un atteggiamento più positivo nei confronti delle rivendicazioni dei lavoratori. Senza dubbio, ciò prevenne immediatamente ulteriori sollevazioni in una nazione nella quale ancora ribolliva lo scontento. Dopo Poznan, le rivendicazioni per un cambiamento aumentarono. La dirigenza, così violentemente scossa, cercò di elaborare una nuova politica: “una via polacca al socialismo’ . Furono conferiti incarichi nel Partito ad alcuni antistalinisti. Gomulka , scomunicato ed imprigionato nel 1951 , a domicilio coatto dal 1954, fu riaccolto nel Partito . Gli venne fornita una tessera nuova di zecca. L’ atteggiamento dei dirigenti polacchi si differenziava da quello della gerarchia comunista nel resto dell’Europa orientale. Questo preoccupava gli uomini del Cremlino. Così, mentre ancora il Comitato Centrale del Partito Comunista polacco era in sessione, per riconsiderare i fatti di Poznan, i Russi mandarono a Varsavia il loro Primo Ministro, il Generale Bulganin. Era venuto per rafforzare la Linea russa, secondo la quale Poznan era opera di ‘agenti e provocatori occidentali’ . Il Comitato Centrale non si mostrò disposto a sopportare interferenze esterne. Non appena Bulganin arrivò la riunione del Comitato Centrale fu sospesa. Dopo le formalità, fu prudentemente suggerito a Bulganin un giro nelle provincie. Egli accettò. Quindi il Comitato Centrale riaprì la sua sessione. Non appena Bulganin fu tornato a Varsavia la riunione del Comitato Centrale fu nuovamente sospesa. La sessione non fu ripresa se non quando egli alla fine ripartì per Mosca. La visita di Bulganin era solo riuscita ad accrescere i sentimenti anti-russi nel popolo polacco. Alla fine di settembre iniziarono i primi processi. Gli imputati erano accusati di attività ‘anti-socialiste’ durante i disordini di Poznan. La farsa dei processi fu meno sfacciata che in quelli del periodo precedente a Poznan. Alla difesa erano concesse alcune libertà. Le sentenze furono relativamente miti. Nell’ottobre 1956 il Governo annunciò il rinvio degli altri processi. Per il 19 ottobre era stata indetta un’altra riunione dei Comitato Centrale, principalmente per eleggere Gomulka a capo del Partito. Non appena il Comitato si incontrò, giunse la notizia che l’Armata Rossa in Polonia aveva iniziato delle manovresu vasta scala. Unità corazzate stavano muovendo alla volta di Varsavia. Mentre i dirigenti polacchi si stavano domandando se questa voleva essere una minaccia, la risposta li precedette Krushchev stesso arrivò accompagnato da un formidabile distaccamento della ‘vecchia guardia’ del Cremlino: Molotov, Mikoyan, Kaganovich ed una manciata di generali. La notizia si diffuse rapidamente. I lavoratori formarono dei gruppi e si armarono. I loro gruppi entrarono in stretto contatto con l’esercito polacco. Il punto critico era stato raggiunto. L’aria era carica di tensione. I dettagli precisi dello scontro tra il Comitato Centrale e il corteggio di Krushchev ancora non si conoscono. Ma il principale motivo della visita è noto: sopra ogni cosa i russi insistevano che, nelle elezioni che stavano per avere luogo, il Generale Rokossovski avrebbe dovuto conservare i suoi incarichi di Ministro della Difesa e comandante in Capo dell’esercito polacco. Gomulka rifiutò e nonostante le minacce non cedette. Sapeva che , resistendo al Cremlino, non solo avrebbe avuto la grande maggioranza del popolo dalla sua parte: gli operai, i contadini e gli studenti. Avrebbe avuto anche il sostegno di una buona porzione della burocrazia e dell’esercito. Una guerra tra Russia e Polonia era l’ultima cosa che il Cremlino volesse, i russi non insistettero. L’Armata Rossa non intervenne. Krushhev sapeva che, qualsiasi atteggiamento potesse tenere Gomulka al momento, più tardi sarebbe stato costretto a chiedere l’ aiuto russo per conservare la frontiera dell’oder-Neisse e per sostenere l’economia polacca, che era in una situazione caotica. Nel giro di 24 ore i russi tornarono a Mosca. Il giorno successivo, il 21 ottobre, fu eletto il Politburo polacco. Come era nelle previsioni, Gomulka divenne segretario Generale del partito. Si diede immediatamente inizio a mutamenti nel Governo, nell’Esercito e nel Partito. Rokossovski diede le dimissioni e tornò a Mosca (dove gli fu immediatamente conferita la carica di Ministro della Difesa russo). Gomulka aveva trionfato solo nella misura in cui aveva impersonato le aspirazioni nazionali del popolo polacco. Le basi per il suo governo erano ancora estremamente ristrette. Egli rappresentava gli interessi della burocrazia polacca. In seguito all’iniziativa autonoma intrapresa dai lavoratori polacchi, ed in seguito alle loro persistenti rivendicazioni di un maggiore controllo nella gestione dei propri affari, le basi delle burocrazia oltretutto purgata degli elementi filorussi permanevano deboli e malferme. Un tentativo di ampliare le basi del regime indusse Gomulka all’alleanza con la classe degli ex-possidenti, attraverso la Chiesa Cattolica. In cambio di una parziale restaurazione dei suoi passati possedimenti e privilegi, la Chiesa pose la sua influenza al servizio di Gomulka. Dio e Gomulka furono riavvicinati dalla comune paura della classe lavoratrice. Si trattava di un’alleanza temporanea, di un reciproco espediente. Quando i lavoratori polacchi rileveranno la gestione dei propri affari, estrometteranno tutti questi parassiti dall’impresa.