Una volta ancora, la magnifica ironia della storia: solo la Luna deve essere conquistata ancora dalla produzione capitalista, e mentre questa conquista si completa, la stessa produzione capitalista sta divenendo impossibile nei paesi stessi dov’è nata.”

(F. Engels a K. Kautsky, 24 settembre 1894)

L’Unione sovietica che manda il figlio di un falegname nello spazio prima degli Stati Uniti è la dimostrazione della superiorità della pianificazione economica sull’economia di mercato.

Solo l’economia pianificata può valorizzare le risorse per il raggiungimento di un obiettivo, al contrario del capitalismo che raggiunge i propri obiettivi come sottoprodotto della competizione individuale. Non è casuale che in tempi di vita o di morte, come la guerra, il capitalismo ricorra temporaneamente alla pianificazione.

Il 12 aprile 1961 Juri Gagarin diventa il primo uomo a completare un volo orbitale attorno al nostro pianeta, sebbene l’Unione sovietica abbia inanellato già da qualche anno preziosi successi nella corsa allo spazio. L’Unione sovietica mostra al mondo la propria superiorità tecnologica, lasciando sbalordita la classe dominante americana, che pensava di aver a che fare con un paese di straccioni analfabeti stremati dalla guerra mondiale. Ha infatti più scienziati, più tecnici e più risorse degli Stati Uniti ed ha un obiettivo: conquistare lo spazio per dimostrare la propria superiorità e per avere un punto di vantaggio militare sull’imperialismo americano.

La stessa trasformazione della cosmologia da fantasia a scienza è un sottoprodotto delle enormi risorse intellettuali liberate dalla rivoluzione d’Ottobre. Kostantin Eduardovic Ciolkovskij, fisico autodidatta e comunista entusiasta, è l’ideatore del “treno di razzi” che diverrà il modello su cui verrà lanciato lo Sputnik: un sistema di razzi in successione che impartiscono al missile una spinta sempre maggiore man mano che i serbatoi si svuotano. E’ da questa idea che deriva la possibilità di far raggiungere a un oggetto distanze superiori all’atmosfera.

Dal 1957 al 1961 l’Unione sovietica manda in orbita il primo satellite, il primo laboratorio completo, il primo satellite sub-lunare, il primo organismo vivente, il primo essere umano maschile, il primo essere umano femminile, il primo essere umano a condurre un’attività extraveicolare nello spazio.

Eppure questi successi a un certo punto si interrompono. L’Unione Sovietica viene recuperata dagli Stati Uniti e perde la corsa alla Luna in meno di 10 anni. Le enormi risorse del blocco dell’est non sono sufficienti.

La stessa pianificazione economica non è sufficiente sul lungo periodo, perché richiede democrazia. Non si tratta della democrazia liberale, che copre il dominio dei gruppi industriali privati sotto un effluvio di parole e promesse e di cui subiamo ogni giorno l’inefficienza. Si tratta invece della democrazia che esprime il comando degli organismi consiliari dei lavoratori per condurre risorse, scienza e produzione secondo i bisogni dei lavoratori stessi.

Dunque il socialismo è possibile solo attraverso la combinazione di pianificazione, esproprio della proprietà industriale privata e democrazia operaia. E’ precisamente la contraddizione dell’Unione sovietica del 1961: un paese privo di borghesia, con una economia pianificata dalla burocrazia, che finiva per soffocare la democrazia operaia. Solamente in questa contraddizione risiedono al tempo stesso la forza e la sconfitta del programma spaziale sovietico.

Un successo collettivo

Dal nulla di una millenaria storia di solitudine, nell’arco di pochi mesi s’erano materializzati decine di migliaia di operai e tecnici, teorie di interminabili treni merci carichi di materiali e una moltitudine di soldati armati a fare la guardia.”

(M. Capaccioli, Luna rossa)

Il successo dell’impresa di Gagarin può essere valutato solo come frutto di un’impresa collettiva.

La fisica e l’ingegneristica sovietica rappresentano il fiore all’occhiello che lavora per la missione. Allo stesso tempo, Chruscev intende costruire un’immagine vincente per il proprio apparato dopo le diffidenze del processo di destalinizzazione. Nel 1956 il gruppo dirigente del partito organizza il XX Congresso con lo scopo preciso di dirottare le tensioni crescenti che stanno attraversando il blocco orientale verso questa impresa.

La destalinizzazione rappresenta il tentativo di una parte della burocrazia di scaricare le colpe dell’intero apparato su un settore dimissionario. Si spiega così la critica del culto della personalità da parte di un settore del partito che ha sempre accettato tale pratica. Il congresso si chiude a febbraio lasciandosi alle spalle scioperi in Germania ovest e in Polonia soffocati e dirottati su basi nazionaliste. Dall’inverno al successivo autunno l’apparato incontrerà la rivoluzione ungherese.

L’economia sovietica comincia a dare i primi segni di affaticamento. Immense le sue risorse, enormi gli sprechi per una economia pianificata balcanizzata in decine di enti decisionali asfissiati dalla competizione di centinaia di dirigenti e funzionari. E’ in questo contesto che viene costruito un enorme cosmodromo vicino alla stazione ferroviaria di Tyuratam. La stampa russa lo chiamerà Baykonur, che in realtà è a 250 km di distanza, per sviare l’attenzione dalla sua esatta ubicazione.

Inizialmente concepito per far decollare i test per i missili balistici, questo cosmodromo diventa la base operativa per gli ingegneri spaziali sovietici, gran parte dei quali sono allievi di quel Tupolev che aveva progettato gran parte dell’aviazione militare sovietica durante la seconda guerra mondiale. Spunta dal nulla in pochi mesi, espressione di quella capacità di mobilitare le risorse che durante l’invasione nazista permetteva all’Armata rossa di spostare intere fabbriche dagli Urali alla Siberia.

Spiccano tra loro due figure, il progettista capo Sergei Pavlovic Korolev e l’ingegnere Valentin Glusko del laboratorio di gasdinamica a Leningrado. Si deve soprattutto a Korolev il successo di Gagarin. Suoi sono tutti i successi del programma spaziale sovietico.

Korolev viene arrestato da Stalin dopo la fucilazione di Tuchacevskij nel giugno 1937, ennesima vittima illustre dei processi farsa con cui l’apparato tracciò una linea di sangue con il bolscevismo. Confinato nei geli del Polo nord, si salverà per le sue capacità, che avevano un valore per la burocrazia soprattutto durante la guerra. Di fatto, Tupolev lo tira fuori da quell’inferno.

A differenza di Ciolkovskij, Korolev chiederà la tessera del partito solo nel 1953, ma verrà pienamente riabilitato solo durante la destalinizzazione 4 anni dopo. La sua diffidenza nei confronti del partito aveva una base personale, eppure Korolev stesso costruisce questo enorme successo scientifico senza piani di fuga o opposizioni, a dimostrazione di quanto lontana possa essere stata la propaganda americana rispetto alla libertà di ricerca in Unione Sovietica negli anni ‘50 e ‘60.

L’aspetto centrale da comprendere è che la burocrazia sovietica, ostile a qualsiasi processo rivoluzionario nel mondo, è fondamentalmente nazionalista. Concepisce l’Armata rossa solamente come strumento della politica estera dell’Urss, non come strumento per la rivoluzione mondiale. Le spese per gli armamenti, dopo la minaccia mortale del nazismo, sono enormi. Gran parte della ricerca in fisica e ingegneria non ha fondamento civile. I successi della cosmologia sovietica dimostrano che la corsa allo spazio è un sottoprodotto della lotta di classe. Al tempo stesso, la ricerca scientifica ha come motore le esigenze militari. Nel mondo capitalista avviene lo stesso, con la differenza che il capitalismo non è pianificato e la direzione militare americana è divisa: Sicuri della loro superiorità, gli yankee dormivano sugli allori, permettendosi sterili dispute all’interno delle forze armate su quale specialità, tra la marina e l’aviazione, dovesse impegnarsi in un’impresa che metteva sul piatto prestigio, denaro e molto potere, e se tale grandiosa iniziativa dovesse avere finalità puramente scientifiche o anche militari.1

Per dare un’idea della potenza ingegneristica sovietica, da Baikonur Korolev fa partire il primo satellite orbitale il 3 ottobre 1957. Il mese dopo viene lanciato il primo organismo vivente, la cagnetta Laika. Sputnik 1 è una scatoletta con un termometro. Sputnik 2 è la stessa scatoletta con un alloggiamento per Laika, a cui i tecnici sovietici danno cibo e acqua per farla sopravvivere alcuni giorni con un veleno a lento rilascio, per risparmiarle poi l’agonia. Viene lanciata il 3 novembre 1957, in occasione del quarantesimo anniversario della rivoluzione d’Ottobre.

Poechali! (andiamo!)

“L’Urss è protagonista di un trionfo umano senza precedenti grazie al figlio dell’Ottobre rosso Jurij Gagarin”

(Velina dell’agenzia sovietica TASS, 12 aprile 1961)

Il volo di Gagarin di 4 anni dopo è il riflesso di questo perfezionamento: anche Gagarin, come la cagnetta Laika è una cavia, solamente in forma umana. Nel progetto, Korolev priva il cosmonauta di qualsiasi possibilità di comando della Vostok 1, che viene radiopilotata da Baikonur in tutti i passaggi. I tecnici riforniscono la navetta di viveri per una settimana, calcolando che, nel caso in cui il radiocollegamento fosse saltato, la navetta Vostok 1 sarebbe stata comunque passivamente riassorbita dalla gravità terrestre.

Gagarin trascorre un duro e inedito addestramento fisico e psicologico, perché se l’apparato vuole infliggere il colpo decisivo al rivale americano mandando un uomo nello spazio, la comunità scientifica sovietica vuole dimostrare che è possibile far resistere l’organismo umano alle pressioni del volo sopraorbitale e alle radiazioni cosmiche. Quando Korolev gli comunica l’accensione del sistema di propulsione, il suo unico commento rimane nella storia: Poechali! (andiamo!).

E’ difficile leggere le impressioni di Gagarin dal materiale ufficiale. La sua autobiografia sembra scritta dall’agenzia di stampa TASS. Tuttavia, al di là della retorica, è indubbio che ciascuno di questi piloti e ingegneri creda nella superiorità del socialismo sul capitalismo. Lo stesso Gagarin scrive alla moglie di crescere le due figlie ‘come degni membri della nuova società comunista’.2

Contrariamente a quanto si pensa, non è Gagarin a dichiarare “Non vedo nessun dio quassù ”, ma il secondo pilota German Titov che vola il 6 agosto 1961 sulla Vostok 2 per un ciclo orbitale sufficientemente lungo da dimostrare di poter dormire, mangiare e gestire le proprie necessità in sicurezza durante il volo orbitale.

Gagarin è più interessato a osservare la Terra, primo essere umano ad avere il privilegio di vedere il nostro pianeta avvolto dalle immensità dello spazio. Diversamente dalla religiosità e dalla retorica dei suoi colleghi americani, dirà laconicamente alla radio: “Il cielo è molto nero, la Terra è azzurra. Si vede tutto molto chiaramente.”3

Dopo il volo di Titov, la Casa Bianca sarebbe corsa ai ripari. Il presidente Eisenhower aveva promesso che gli Stati Uniti avrebbero dominato lo spazio in pochi anni. Il suo successore, Lyndon Johnson, si era reso conto che ‘Il fatto semplice è che non possiamo più considerare i russi dietro di noi nella tecnologia. Gli ci sono voluti quattro anni per raggiungere la nostra bomba atomica e nove mesi per raggiungere la nostra bomba all’idrogeno. Ora siamo noi a cercare di raggiungere il loro satellite.’4

Medaglia d’argento?

La Terra è la culla dell’umanità, ma non si può rimanere nella culla per sempre.”

(Kostantin E. Ciolkovskij)

Chruscev viene costretto alle dimissioni nel 1964. Questo avvicendamento con Breznev riflette un’ulteriore difficoltà dell’apparato sovietico. La locomotiva sovietica comincia a dare i primi segnali di rallentamento. Sebbene la quota di commercio mondiale dell’Urss cresca dal 4.3% al 9% del PIL, l’interscambio commerciale tra paesi capitalisti è a un livello tale che l’Urss complessivamente comincia a perdere quote di commercio mondiale.

Nel 1964 la crescita complessiva non supera l’8%, contro una media del 12% del decennio precedente. Dal 1950 il tasso di crescita complessiva passa dall’11.3% al 4% del quinquennio 1965-70.5

I finanziamenti al programma spaziale sovietico si riducono, sebbene a Korolev venga chiesto di mantenere le distanze rispetto agli Stati Uniti. Ma è precisamente la base economica che supporta la crescita e non il genio dei singoli a permettere il sorpasso americano. Mentre il capitalismo americano lavora alla miniaturizzazione della tecnologia informatica, Korolev si lamenta dell’empasse politica della direzione sovietica: “Gli americani hanno unificato le loro forze in un solo colpo e non fanno mistero dei loro piani di dominare lo spazio. Noi invece manteniamo i nostri piani segreti anche a noi stessi.

Nessuno ha stabilito i nostri piani spaziali futuri – l’opinione dell’OKB-1 differisce da quella del ministero della Difesa, che differisce da quella del NIIVS (Istituto di ricerca scientifica dell’areonautica), che differisce da quella del VPK (Commissione militare-industriale). Alcuni vogliono che costruiamo più Vostok, altri Voskhod, mentre all’interno di questo ufficio la nostra priorità è andare avanti con la Sojuz. L’unica preoccupazione di Breznev è di lanciare qualcosa presto, per dimostrare che le faccende spaziali vanno meglio sotto il suo governo rispetto a quello di Chruscev.”6

Quando gli Stati Uniti conquistano la Luna nel 1969 trovano i resti del missile sovietico Mechta (Sogno) che ben dieci anni prima, il 13 settembre 1959, era riuscito a entrare nell’orbita lunare.

Il programma spaziale sovietico è la cartina di tornasole della forza e dei limiti dell’economia sovietica. Il sistema sovietico era superiore nella valorizzazione dei talenti artistici e scientifici nonostante la cappa asfissiante imposta dall’apparato, che non rifletteva la libertà che il socialismo dovrebbe conferire a scienze e arti.

Ma questa esperienza dimostra soprattutto che la pianificazione, anche senza democrazia operaia, è superiore al mercato solo nel breve periodo. Solo la democrazia operaia permette una superiorità a lungo termine. Infatti la pianificazione burocratica, basandosi sui confini nazionali, non potrà mai essere un sistema mondiale. Alla fine diventa decisiva la limitatezza di risorse a cui essa può attingere.

Nel frattempo essa è circondata dal capitalismo mondiale, un sistema ostile che ha tempo e capacità di mobilitare le risorse dei padroni del mondo. La corsa allo spazio non è una guerra sul campo. E’ la lotta di classe sul piano scientifico. Le conquiste dell’Ottobre, prive di democrazia, alla fine sono state soverchiate da un’economia di mercato che avrebbe avuto solo altri 20 anni di boom economico.

Ricordare oggi la conquista sovietica dello spazio e il volo di Gagarin è un modo esemplare per puntare l’indice sulla tenaglia che il capitalismo, oggigiorno, stringe attorno alle potenzialità scientifiche del genere umano.

E’ tempo di liberarle nuovamente, una volta per tutte.

Note:

1 Luna rossa – M. Capaccioli, Carrocci editore, 2019

2 Non c’è nessun Dio quassù – RedStar Press edizioni, 2013

3 Ibidem

4 M. Capaccioli, Luna rossa, Carocci editore, 2019

5 Russia, dalla rivoluzione alla controrivoluzione – Ted Grant, Alan Woods, AC editoriale, 1998

6 Citato in M. Capaccioli, Luna rossa, Carocci editore, 2019