
Il Manifesto del Partito Comunista redatto da Karl Marx e Friedrich Engels è lo scritto che meglio riassume l’analisi scientifica della storia e, in particolare, della dominazione borghese.
Per borghesia intendiamo la classe dei capitalisti moderni, ovvero i proprietari delle aziende che impiegano lavoro salariato. Parlando di proletari, invece, ci riferiamo alla classe dei lavoratori che oggi definiamo dipendenti: coloro che non possiedono alcun mezzo di produzione e sono costretti a vendere la propria forza-lavoro per vivere.
L’attualità di questo testo è dimostrata innanzitutto dalla lettura della storia in chiave evolutiva, come frutto dello scontro fra classi. La sua genialità risiede nell’anticipazione di quei fenomeni economici che hanno caratterizzato il capitalismo dopo la morte di Marx.
Il tributo che vogliamo rendere a questo scritto, però, va oltre la correttezza delle analisi e delle prospettive marxiane. Il vero pregio del Manifesto del Partito Comunista è che non si limita a descrivere il capitalismo nella sua strutturazione essenziale, ma indica anche la strada per suo il superamento.
Indice:
- Prefazione all’edizione tedesca del 1872
- Prefazione all’edizione russa del 1882
- Prefazione all’edizione tedesca del 1883
- Prefazione all’edizione inglese del 1888
- Prefazione all’edizione tedesca del 1890
- Prefazione all’edizione polacca del 1892
- Prefazione all’edizione italiana del 1893
- Introduzione
- Borghesi e Proletari
- Proletari e Comunisti
- Letteratura Socialista e Comunista
- Posizione dei comunisti di fronte ai diversi partiti di opposizione