Reinventing Cities. Uno nome calzante per una città come Milano, metropoli internazionale e all’avanguardia dove il più precario degli impieghi richiede un outfit, il costo di un biglietto del tram è raddoppiato in pochi anni (ma tanto ci sono il carpooling e la smart mobility) e l’edilizia popolare cede il passo al social housing.

Reinventare una città. Quante volte, in questi ultimi anni, Milano è stata ripensata proprio sotto il profilo edilizio, e con quali finalità? Chi ha tratto realmente vantaggio dalle operazioni di riqualificazione che si sono susseguite in città? Non è un caso che ci poniamo queste domande – e proviamo a trovare le risposte – proprio alla vigilia di una tornata elettorale che sancirà chi sarà chiamato ad amministrare la metropoli in vista di Milano-Cortina 2026: dopo Expo, la città si prepara a un nuovo balzo in avanti, un nuovo giro di giostra che porterà con sé opportunità lavorative (se qualitative, sottopagate o addirittura volontarie ce lo dirà il tempo, ma l’esperienza qualcosa ce l’ha insegnato), una valanga di soldi pubblici destinati ad interventi infrastrutturali[1] – 1 miliardo di euro, stanziati dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, che finirà in buona misura nelle casse dei privati vincitori degli appalti – e una visione sempre più futuristica della vivibilità a Milano, con quartieri ultramoderni, spazi verdi e luoghi di aggregazione restituiti alla collettività, fermento del business, partecipazione. Una “Milano sempre più Milano”, insomma. O almeno, questo è quello che i cittadini si sono sentiti raccontare dall’ampia compagine che sostiene la candidatura di Sala sindaco per il centro-sinistra (non ci preoccupiamo nemmeno della visione securitaria della città immaginata dal centro-destra).

La verità, però, è un po’ diversa. Perché, che ad occupare la scrivania più prestigiosa di Palazzo Marino sia Sala o Bernardo, i conti con un’idea precisa di cosa sia l’edilizia a Milano andranno fatti in ogni caso. Secondo l’indagine realizzata da ISPRA all’interno del progetto Soil4Life, tra il 2006 e il 2020, nell’Area metropolitana di Milano sono stati consumati 2153,2 ettari di territorio[2].

Per il comune di Milano la percentuale di superfici già consumate raggiunge livelli molto alti: 58%, contro il 23,5% di Roma. Per questo il poco suolo naturale rimasto […] andrebbe tutelato con molta attenzione. Basti pensare che nella città lombarda ogni residente ha oggi a disposizione poco più di 50 metri quadri di aree non consumate, a fronte dei 350 mq per abitante disponibili invece nella Capitale[3].

Se il consumo di suolo avviene in larga parte fuori dei confini della città, all’interno della cerchia metropolitana, varcando le porte di Milano si incontrano le opere di rigenerazione urbana tanto care all’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Piefrancesco Maran (PD), a partire dalla trasformazione degli ex scali ferroviari (Scalo Farini, Scalo di Greco-Breda, Scalo di Lambrate, Scalo di Rogoredo, Scalo di Porta Romana, Scalo e Stazione di Porta Genova, aree ferroviarie di San Cristoforo) in base all’accordo sul cambio di destinazione urbanistica sottoscritto nel 2017 tra Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A., FS Sistemi Urbani Srl, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e Fondo Olimpia.

La trasformazione urbanistica degli ex scali può quindi prendere il via. Due i principi fondamentali da dover seguire: il 65% delle superfici devono essere destinate a verde, mentre il 30% delle superfici edificabili deve essere riservato all’edilizia convenzionata e sociale. Il professor Camagni però sottolinea come l’edilizia convenzionata non debba essere confusa con l’edilizia popolare, destinata a chi non può permettersi una casa. Per poter conciliare inoltre il 65% di verde con i 674mila metri quadri previsti c’è solo un modo: costruire in altezza.[4]

 Degli oltre 1,2 milioni di metri quadri coinvolti nell’operazione, circa 674mila sono infatti quelli effettivamente edificabili, ma se si considera l’estensione verso l’alto, ecco che lo spazio per costruire si trova. Non è però questo l’unico aspetto da tenere in considerazione circa questo accordo. Le Ferrovie dello Stato, infatti, si sono impegnate ad intervenire concretamente nell’operazione, ma la loro azione consiste principalmente nell’adeguamento di alcune stazioni e nella realizzazione di due nuove fermate, interventi giudicati decisamente troppo contenuti in un’operazione che varrà, grazie al cambio di destinazione, circa due miliardi di euro.[5]

Se gettiamo lo sguardo verso un’altra area di Milano, Piazzale Loreto, ecco che entriamo nel cuore del progetto Reinventing Cities.

L’11 maggio 2021 il team guidato da Ceetrus Nhood e composto da Metrogramma, Mobility in Chain, Studio Andrea Caputo, LAND, Temporiuso e Squadrati vince con il progetto LOC – Loreto Open Community il concorso per la riqualificazione di Piazzale Loreto a Milano, promosso da Reinventing Cities. Priorità alla mobilità pedonale e ciclabile, tanti alberi e giardini pensili, spazi d’incontro e per il commercio di vicinato, edifici con struttura in legno e a basso consumo energetico, la promessa di un processo partecipativo e di un ricco palinsesto di eventi: la conferenza stampa e le descrizioni di progetto provano a sedurre l’opinione pubblica mescolando tutte le parole chiave della comunicazione urbanistica contemporanea. Nei fatti, però, qualcosa non torna.[6]

È vero, qualcosa non torna. E non solo per via della trasformazione radicale di un luogo storico dell’antifascismo milanese, che perderà la sua funzione aggregativa nei confronti di cortei e manifestazioni. Coperta dalla futuristica idea di una Milano più vivibile e sostenibile, a Piazzale Loreto si consuma un’operazione di perequazione che di fatto garantisce ai privati di edificare in un’area fino ad oggi destinata esclusivamente al pubblico. Per non parlare della vicenda che, in luglio, ha fatto emergere le condizioni a dir poco grottesche a cui devono stare i lavoratori dello studio vincitore dell’appalto[7].

Milano è così, tutta un fiorire di progetti innovativi e cantieri. E intanto gli alberi del Parco Bassini vengono abbattuti nell’ambito del piano di “riqualificazione” dell’area del Politecnico[8]; sempre a proposito dell’ateneo, è recente l’accordo raggiunto per permettere la costruzione di nuovi spazi didattici e studentati, in base al quale, sebbene il 65% dell’area debba essere destinato a diventate il dibattuto “Parco della Goccia”, questo non viene qualificata come “verde pubblico”, perdendo ogni garanzia circa il suo futuro destino[9].

Ma veniamo ad alcuni temi caldi in questi mesi di campagna elettorale. Il primo riguarda senz’altro San Siro, lo stadio dei milanesi. La ristrutturazione dell’edificio attuale avrebbe costi ben più bassi – e una redditività altrettanto alta[10], come sostengono anche i cittadini del Comitato di Coordinamento San Siro – rispetto all’ipotesi di abbattimento e ricostruzione, ma a pesare sono soprattutto gli affari che ruotano intorno alle le opere di urbanizzazione: un giro complessivo di 1,2 miliardi di euro, con un indice di edificabilità strappato dalle squadre dello 0,51 mq/mq (contro lo 0,35 previsto dal PGT). Se il progetto al momento è in stallo in vista del risultato elettorale di ottobre, rimangono eloquenti le parole del sindaco Sala a riguardo: “Non possiamo ostacolare l’idea di un nuovo stadio. Siamo proprietari di un’area che è in affitto alle due squadre, se dicessimo ‘qua no’, rimarremo con il cerino in mano, con San Siro vuoto con le ragnatele”.[11]

Sempre guardando al futuro sportivo (o speculativo?) della città, che dire dell’area che verrà dedicata ai giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026? “Un investimento da 180 milioni di euro, che ospiterà gli eventi cittadini delle olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, e poi un minimo di 120-130 eventi l’anno tra eventi sportivi, concerti, musical e grandi eventi live. Risanamento e la società tedesca Cts Eventim (leader internazionale dell’entertainment e del ticketing) hanno presentato, a Milano, il progetto per la realizzazione della nuova Msg Arena, che nascerà nell’area Milano Santa Giulia.”[12] Bella, capiente (ci sarà posto per 16.000 spettatori), green. Peccato per quella concessione di 100mila mq in concessi all’edilizia libera, i 13mila mq aggiuntivi per l’edilizia convenzionata, i 27mila mq addizionali dati per il terziario direzionale e i 40mila mq per il commercio, mentre la quota di edilizia sociale non subisce variazioni rispetto agli accordi iniziali. A fronte di questa grande operazione a favore dei privati, la società che sviluppa il quartiere, Milano Santa Giulia SpA, dovrà farsi carico di almeno un evento sportivo l’anno convenzionato per promuovere le politiche sportive del Comune[13] [14]. Uno soltanto. Speriamo non siano gli Hunger Games.

Nel frattempo, nonostante gli affitti per gli studenti siano in lieve calo a causa della crisi esacerbata dalla pandemia, Milano resta la città con i canoni più alti in assoluto: una stanza singola sfiora i 500€ mensili, una doppia i 300€. E se dagli studenti ci spostiamo verso le famiglie con redditi più bassi, scopriamo che, a fronte di circa 3000 appartamenti in edilizia popolare recuperati in questi mesi, sono ancora 146.500 i nuclei famigliari, “nelle condizioni reddituali per sostenere un canone compreso tra i 50-80 euro al metro quadrato all’anno”, che non hanno accesso al pur imponente patrimonio di edilizia residenziale sociale, come spiega una ricerca Nomisma[15].

Reinventing Cities. In una città dove acquistare un appartamento è diventato una chimera per i più – basta dare un’occhiata al sito di una qualunque agenzia immobiliare per rendersi conto che il lusso di vivere in 70mq si paga, nella migliore delle ipotesi, oltre 250.000€ – da reinventare ci sarebbe innanzitutto il concetto stesso di vivibilità.

Milano non è più alla portata di tutti: da un lato cresce in seno una schiera di lavoratori precari e malpagati, che sfrecciano sulle loro biciclette per consegnare pasti a domicilio nel più breve tempo possibile, si districano tra un tavolino e l’altro cercando di far rispettare le regole anti-Covid a un pubblico sempre più insofferente, saltano su e giù dalla pedana di furgoncini rossi per rispettare la prossima consegna Prime; dall’altra compensa l’immensa quantità di metri cubi concessi all’edilizia privata con la promessa di piantare 3 milioni di alberi entro il 2030 per contrastare l’emergenza climatica. Per non parlare degli sfratti, sempre più incombenti ora che, dal primo luglio scorso, è partito il primo scaglione degli sblocchi – i prossimi si concretizzeranno a ottobre 2021 e gennaio 2022. Nel febbraio scorso, c’erano “circa 2.500-3.000 sfratti a Milano risalenti ancora agli anni pre-Covid la cui esecuzione è stata bloccata dalla pandemia. A questi si aggiungono le migliaia di potenziali sfratti innescati, invece, dalla crisi economica e occupazionale legata all’emergenza sanitaria del 2020.”[16] Una situazione insostenibile per migliaia di famiglie.

Milano ci spinge via. Ci costringe a lavorare tra le sue mura, ma, sempre più spesso, ad abitare fuori di esse. E poco importano le promesse elettorali di una Milano più pulita, vivibile, sostenibile e condivisa: finché questa sarà la città dei manager e dei CFO, il suo skyline continuerà a crescere, a trasformarsi ed evolvere, disegnando una bolla dorata a cui la maggior parte di noi avrà solo l’illusione di poter accedere.

 

 

[1] https://www.ilsole24ore.com/art/milano-cortina-2026-stanziato-1-miliardo-le-opere-infrastrutturali-ADUNnJ0

[2] https://resoilfoundation.org/ambiente/milano-roma-consumo-suolo-inchiesta/

[3] Ibidem

[4] https://www.rai.it/programmi/report/news/2019/12/Milano-e-la-trasformazione-urbanistica-degli-ex-scali-ferroviari-e8676230-fc0e-4227-94dc-7dba35b7518d.html

[5] Ibidem

[6] https://www.domusweb.it/it/architettura/gallery/2021/05/17/piazzale-loreto-non-esister-pi.html

[7] https://it.mashable.com/5956/regole-andrea-caputo-disordine-degli-architetti

[8] https://thesubmarine.it/2020/01/10/parco-bassini-verde-pubblico/

[9] http://www.abcmilano.net/articoli/quartieri/19243214/Il-Comitato-La-Goccia-a-Palazzo-Marino–Il-bosco-non-si-tocca?fbclid=IwAR0Ls2-qAWY501RDmdlzwGzL-_PMzCwPkaTS1akjg3ofiAYfKECvD_dBlg0

[10] https://www.milanotoday.it/sport/stadio_galleria-panoramica.html

[11] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/16/nuovo-stadio-san-siro-la-trattativa-in-stallo-con-le-comunali-sullo-sfondo-la-vera-partita-urbanistico-immobiliare-e-il-ruolo-di-scaroni/5967098/

[12] https://www.ilsole24ore.com/art/olimpiadi-milano-nuova-arena-santa-giulia-sara-piu-grande-e-green-d-italia-AEiyHDh

[13] https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/09/09/sala-e-il-regalo-di-cemento-alla-societa-di-banca-intesa/6315380/

[14] https://www.ilsole24ore.com/art/palahockey-e-villaggio-300-milioni-ACcnYCU

[15] https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/02/03/news/zero_case_popolari_sfitte_l_obiettivo_del_comune_di_milano_vicino_al_traguardo_ma_mancano_ancora_gli_alloggi_a_prezzi_agev-285820838/

[16] https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/sfratti-1.6032052