CONSIGLIO OPERAIO CENTRALE DI BUDAPEST E SOBBORGHI

30 novembre 1956

Anno I, n. 2

La nostra delegazione ha avuto alcuni incontri con Jànos Kàdàr, presi­dente del Governo rivoluzionario operaio-contadino.

Tali incontri hanno riguardato in particolare due punti delle nostre pro­poste, inviate lunedì scorso [cfr. articolo precedente].

Allo stesso modo, inoltre, sono state discusse ulteriori questioni e opinioni concernenti gli interessi del paese e la soluzione dei problemi.

1) A proposito della modifica e delle aggiunte al decreto-legge sui con­sigli operai.

a) Alla richiesta della nostra delegazione, Jànos Kàdàr, presidente del Consiglio, ha sottoposto al Consiglio dei ministri il 27 novembre 1956 la nostra proposta concernente la nomina dei dirigenti d’impresa. Secondo tale proposta, gli incarichi dirigenziali saranno attribuiti mediante con­corsi che saranno di competenza dei consigli operai di fabbrica.

Il Consiglio dei ministri ha incaricato Istvàn Kossa e Sàndor Gàspàr di elaborare una bozza di decreto su questo tema con l’aiuto del Consiglio operaio centrale di Budapest e sobborghi.

Jànos Kàdàr ha fatto osservare che una corretta economia esige che non si cambi troppo spesso dirigente.

La nostra delegazione ha ritenuto importante sottolineare che i dirigenti da nominare dovranno presentare delle garanzie sul piano tecnico e mo­strarsi in grado di assicurare i progressi economici dell’impresa. In altre parole, un incarico dirigenziale non deve essere un incarico politico.

b) Per quanto riguarda la creazione, da noi proposta, di consigli operai in seno alle diverse amministrazioni, Jànos Kàdàr ha esposto il suo pare­re, in particolare sui consigli operai o i comitati rivoluzionari delle ferro­vie, di poste telefoni e telegrafi [d’ora in poi Ptt] e di diversi ministeri.

Per quanto riguarda le ferrovie e le Ptt, nell’interesse del buon funziona­mento di tali amministrazioni, Jànos Kàdàr non auspica la creazione di consigli operai, dotati delle stesse prerogative dei consigli operai delle imprese di produzione, per assumerne la direzione. Secondo lui, infatti, si tratta di due amministrazioni dello Stato che restano legate all’appa­rato statale.

In compenso, non ha rifiutato di sottoporre a un approfondito studio di parte e ad altri studi la questione della creazione di consigli operai nelle sezioni di quelle amministrazioni, tali da giocare un ruolo all’interno della produzione.

Parlando dei differenti ministeri, Jànos Kàdàr ha criticato l’attività dei comitati rivoluzionari in funzione al loro interno.

Secondo lui, l’attività di questi comitati si è limitata fin qui, quasi esclu­sivamente, a rimpiazzare determinati dirigenti o funzionari. Al loro po­sto non si è stati in grado di mettere dirigenti capaci. Ne è seguita, in cer­ti ministeri, una situazione abbastanza confusa. Jànos Kàdàr ha dichia­rato con forza che il pletorico apparato amministrativo dei ministeri do­vrà essere fortemente ridimensionato, ma in modo tale che non ne venga intralciato il buon funzionamento.

La commissione designata dal Consiglio operaio centrale di Budapest e sobborghi, così come gli esperti delle amministrazioni interessate, riten­gono importante completare la bozza di decreto per quanto riguarda le ferrovie, l’azienda ferrotranviaria di Budapest e le Ptt. Di conseguenza, occorre intavolare negoziati con i rappresentanti del governo sopra men­zionati. La commissione e gli esperti approvano senza riserve l’immediato licenziamento dei funzionari compromessi e antipopolari.

Jànos Kàdàr ha constatato che sono stati ottenuti risultati positivi da parte di alcuni comitati rivoluzionari di dipartimento e di città nel con­solidare la situazione.

2) A proposito dell’autorizzazione da accordare alla pubblicazione di un giornale del Consiglio operaio centrale di Budapest e sobborghi.

Jànos Kàdàr ha dichiarato che nella situazione attuale considera inop­portuno accordare l’autorizzazione di far pubblicare un giornale (a chiunque).

Egli ha motivato tale rifiuto affermando che non si hanno certezze che un simile giornale, una volta pubblicato, serva con spirito di continuità gli obiettivi della democrazia popolare.

A nostro avviso, i consigli operai hanno assolutamente bisogno di un or­gano di stampa, al fine di assicurare informazioni coerenti e conformi al­la verità dei lavoratori. Jànos Kàdàr non ha respinto la discussione su questo punto e si è convenuto di rimetterla all’ordine del giorno per il nostro prossimo incontro. Fino ad esso, pubblicheremo un bollettino ci­clostilato, dando conto delle nostre attività e dei risultati dei nostri in­contri.

In seguito, si è parlato dell’organo supremo dei Consigli operai. A tale proposito, Jànos Kàdàr ha fatto cenno alle camere di commercio e arti­gianato e al Consiglio dei produttori, i cui problemi organizzativi saran­no affidati alla nostra commissione tecnica, che a partire da oggi avrà degli incontri con il Consiglio nazionale dei sindacati ungheresi.

Il Consiglio dei produttori, chiamato a formulare il parere dei lavoratori, prenderà parte attivamente alla direzione economica e politica del paese. Questo consiglio avrà origine dai consigli operai per mezzo di elezioni democratiche.

Quanto al ruolo del Consiglio nazionale dei sindacati, abbiamo sottoli­neato che riterremmo ancora urgente organizzare elezioni libere e demo­cratiche, affinché i sindacati siano emanazione della base. In tal senso, occorrerà procedere, ove necessario, alla sostituzione del personale, sen­za di che il Consiglio nazionale dei sindacati non potrebbe rappresentare un valido interlocutore.

La nostra situazione, nei locali dell’azienda ferrotranvaria di Budapest, si è fatta critica per via della ripresa del lavoro e dell’angustia dell’edifi­cio. Jànos Kàdàr, al quale abbiamo sottoposto una richiesta in merito, ha proposto che siano messi a nostra disposizione degli uffici, così come del­le sale d’accoglienza e delle aule da conferenza, in edifici pubblici di pro­prietà dello Stato. Il nostro nuovo indirizzo e il nostro nuovo numero di telefono verranno comunicati dalla stampa e dalla radio prima del no­stro trasloco definitivo.

A proposito della definitiva elezione di membri dei consigli operai, attualmente in corso, Jànos Kàdàr ha dichiarato di aver disapprovato il fatto che alcuni comunisti onesti – non pensava né ad arrivisti né ad elementi rakosisti – siano stati allontanati da alcuni nuovi consigli a causa delle loro idee o della lora vecchia appartenenza al partito. Su questo ar­gomento, abbiamo chiarito che simili fenomeni si sono manifestati in modo del tutto sporadico e che sono soprattutto l’onestà e le capacità del candidato a giocare un ruolo nell’elezione dei consigli operai.

A proposito dell’organizzazione del nuovo partito, abbiamo richiamato il fatto che taluni organizzatori tentano di reclutare aderenti servendosi dei vecchi metodi rakosisti. Pensiamo a coloro che mettono in opera una demagogia forsennata e che, vuoi per arrivismo, vuoi per settarismo, non si provano ad operare per il socialismo né tanto meno per un partito socia­lista operaio, ma si preoccupano soltanto della loro carriera.

Jànos Kàdàr ha dichiarato che non è d’accordo, non più, con questi ele­menti, che nuocciono al partito e ritardano la soluzione dei problemi in campo.

Egli ha poi dichiarato che in futuro gli organismi del partito non influi­ranno sull’orientamento della vita economica in seno alle fabbriche e al­le amministrazioni.

Del resto abbiamo posto la questione della coesistenza di più partiti. In proposito, Jànos Kàdàr ha detto che nell’attuale situazione non giudica opportuno lasciar sussistere una pluralità di partiti. Secondo lui se ne potrà discutere soltanto allorché la forma statuale della democrazia po­polare sarà perfettamente consolidata.

A nostro parere, invece, sarebbe opportuno autorizzare al più presto il funzionamento di una pluralità di partiti che si richiamino al socialismo. Secondo noi l’appartenenza a un partito è un fatto privato e l’adesione deve essere totalmente libera. In seno alla nostra fabbrica non approve­remo, per il momento, la creazione di organismi di partito.

Nel corso dei negoziati, i delegati del Consiglio operaio centrale di Buda­pest e sobborghi hanno tentato di rintracciare un terreno sul quale si possano escogitare soluzioni adeguate ai problemi che si pongono attualmente.

Riteniamo che i compiti più importanti siano l’organizzazione del lavo­ro, la sua rimessa in marcia, così come il consolidamento della sfera d’at­tività dei consigli operai.

L’edizione di questa pubblicazione è stata assicurata dal Consiglio ope­raio centrale di Budapest e sobborghi.

 

Budapest VII, via Akacfa 15.