
Il 24 febbraio 2022 l’esercito russo invade l’Ucraina. Non è banale chiedersi se a un anno di distanza gli obiettivi di Putin siano stati raggiunti. La “missione militare speciale” sarebbe dovuta durare settimane. Il Cremlino voleva tanto fermare l’avanzata della NATO ai propri confini quanto occupare militarmente la porzione inferiore del paese per provare a ritagliarsi un corridoio fino a Odessa. Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la testa di Zelensky. Almeno temporaneamente l’Ucraina sarebbe dovuta diventare un protettorato russo.
La prima vittima di ogni guerra è la verità. Putin non ha mai esplicitato i propri piani per l’Ucraina. L’effetto sorpresa avrebbe dovuto garantire un rapido passaggio di consegne. Ma sebbene la storia sia fatta da forze sociali profonde, in queste ondate le personalità dei singoli possono giocare un ruolo capace di condizionare il corso degli eventi. Ed effettivamente Putin ha peccato di presunzione. La continua rotazione di comandanti in campo e le successive campagne di dispiegamento di uomini e mezzi dimostrano quanto il Cremlino abbia sottovalutato la resistenza ucraina, gli aiuti occidentali e, fattore non secondario, la propria fragilità logistica. Soprattutto, hanno dissipato l’effetto sorpresa.
L’Ucraina non è la Cecenia. Non si può radere al suolo un paese come Mosca fece con Grozny. E questo perchè un conto è occupare militarmente una città, un conto un paese così grande. Se pure la NATO non avesse aiutato Zelensky con centinaia di miliardi di dollari di armamenti, l’esercito russo comunque non sarebbe stato nella condizione di tenere il paese. Questo perchè, a differenza della corsa a Berlino dell’armata rossa nel 1945, Mosca non stava andando a liberare nessuno. L’intervento militare ha invece compattato la popolazione ucraina a fianco del proprio governo. La presupposta guerra di Putin contro il nazismo ha spinto la popolazione ucraina a riscoprire in massa i collaboratori nazisti contro l’Unione sovietica come Stepan Bandera[1].
Putin era convinto che la NATO non avrebbe rischiato la terza guerra mondiale per l’Ucraina. Certo, ha messo in conto le sanzioni, sapendo quanto il capitalismo mondiale dipenda comunque dal gas russo. Come Napoleone e Hitler hanno scoperto a proprie spese, non si combatte col Generale Inverno alla leggera. E se c’è una cosa che il generale inverno chiede al mondo moderno capitalista sono gas e petrolio. A sentire la stampa occidentale, la Russia sarebbe dovuta rapidamente cadere in default[2]. La verità è che le compagnie occidentali del petrolio hanno continuato ad acquistare petrolio russo durante la guerra. Non pensiamo esista possibile prova più evidente del rapporto tra stati nazionali e capitale: gli uni proteggono il secondo, a patto di non interferire con gli affari.
Sembra che le sanzioni abbiano spuntato le unghie ai conti russi[3][4]. L’inverno del capitalismo russo non sembrerebbe giungere nemmeno con la recessione del capitalismo mondiale, oltre che con le sanzioni[5]. Ma per tornare a chiedersi se a distanza di un anno gli obiettivi dell’imperialismo russo siano stati raggiunti, la risposta più equilibrata dovrebbe essere: in parte. Mosca terrà il Donbass. Zelensky si dice contrario a qualsiasi piano di pace finché l’ultimo soldato russo non avrà varcato la frontiera, ma non sarà lui a decidere. Il governo ucraino ha il sostegno economico e finanziario del mondo occidentale ma l’Ucraina economicamente non esiste più.
La NATO sta usando il governo ucraino per combattere la sua guerra regionale. Quando i costi saranno divenuti troppo alti chiederanno al governo di Kiev di siglare un accordo o di farsi da parte per essere sostituiti da rappresentanti più ragionevoli[6]. L’intenzione della NATO e dell’UE è sempre stato quello di combattere fino all’ultima goccia di sangue ucraino. Nessuno vuole davvero una guerra mondiale per l’Ucraina. Non si potrebbe leggere diversamente la condotta militare atlantica, che ha sempre fornito solo armi leggere e razzi antiaerei e anticarro ma mai un reale addestramento per veri pezzi di artiglieria e di fanteria meccanizzata. Tutte armi che avrebbero dovuto impegnare l’esercito russo sul campo, strada per strada.
L’obiettivo ultimo della NATO era quello di trasformare l’Ucraina in un pantano per logorare l’avversario russo, sperando che col tempo ci sarebbero potuti essere rivolgimenti politici o economici decisivi. Ma il tempo corre e nè il consenso di Putin nè l’economia russa sono crollati. La copertura mediatica a favore di Zelensky può cambiare con la stessa rapidità con cui il presidente ucraino è finito sulla copertina del Time[7].
Al momento questo conflitto non può avere vincitori militari. Pure se Putin strappasse una tregua mantenendo le truppe sul campo, avrebbe portato a casa poco a costi umani ed economici molto alti. Soprattutto, la situazione sarebbe sempre temporanea e profondamente instabile. Allo stesso tempo, la NATO annetterà Svezia e Finlandia probabilmente costringendo la Turchia, storicamente contraria, ad accettare. Ma l’Ucraina verosimilmente non entrerà nè nell’UE nè nella NATO[8]. Certo, Kiev se ne sente parte di diritto. Ma un conto è sentirsi parte e un conto è essere protetto dall’alleanza atlantica allo stesso modo degli altri paesi imperialisti[9]. La prima non saprebbe che farsene di un paese in default. La seconda sarebbe costretta a costruire basi militari sul suolo ucraino, con l’inevitabile conseguenza di una escalation militare con Mosca. Sì, l’avanzata della NATO è temporaneamente sospesa ma la Russia ha dovuto aprire un fronte militare per bloccarla. Il fattore tempo non gioca solo a sfavore di Kiev.
Certo, i sostenitori occidentali di Putin rivendicano di aver rotto l’isolamento russo. E’ il mondo occidentale ad aver isolato la Russia, ma è solo metà del mondo. Il punto è che il capitalismo è un sistema interconnesso e polarizzato. Putin può vendere il proprio gas anche a tutto l’emisfero australe, ma la ricerca e sviluppo tecnologico si fa nel mondo occidentale. Questo ha dato fiato al Cremlino dal punto di vista economico, ma l’ha esposta al cedimento dei paesi più ricattabili. L’ONU funziona proprio in questo modo: gli USA ricattano i paesi poveri non allineati. E Mosca, al di là degli Urali, non ha la stessa forza che ha Washington al di là dell’Atlantico.
Questo è il capitalismo oggi: un sistema che deve distruggere gli equilibri politici per salvare quelli economici, e viceversa. Per salvare il mercato mondiale dalla recessione il capitalismo ha bisogno della fine della guerra. Ma non può smettere di fare la guerra per alimentare lo stesso mercato mondiale. Le vicende militari sono dunque strettamente connesse con quelle economiche. Nell’Olimpo del dio denaro, ne costituiscono l’estensione terrena. Il pantano ucraino trarrà a sè anche la vitalità civile della classe operaia russa. Finchè si sparerà, anche a bassa intensità, l’accerchiamento antirusso eserciterà un peso sulla coscienza della classe lavoratrice russa. Ma la recessione colpirà tutti gli attori in campo e potrebbe accelerare le intenzioni di Washington di farla finita per tagliare questa enorme voragine di spesa. Come dicevamo, gli interessi degli stati nazionali e del capitale non sempre si sovrappongono: le grandi compagnie di armamenti fanno affari d’oro da questa guerra ma non il bilancio americano. Uno scossone profondo all’amministrazione Biden potrebbe cambiare la situazione in modo inaspettato. Di certo la terra non sarà stabile sotto i piedi di nessuno.
[1] https://ilmanifesto.it/kiev-celebra-il-fascista-bandera-e-il-teorico-nazi
[2] https://www.bbc.com/news/business-61929926
[3] https://www.milanofinanza.it/news/nonostante-il-default-la-russia-torna-sul-mercato-del-debito-rosneft-si-prepara-ad-emettere-il-maggior-202209081426345735
[4] https://www.cnbc.com/2023/02/03/sanctions-on-russian-crude-oil-have-failed-completely-oil-analyst-says.html
[5] https://tg24.sky.it/economia/2023/02/01/russia-economia-sanzioni
[6] https://www.aspistrategist.org.au/the-ballooning-costs-of-the-ukraine-war/
https://www.aljazeera.com/features/2022/12/27/how-much-money-has-the-west-spent-on-the-ukraine-war
https://www.panorama.it/news/dal-mondo/costi-guerra-ucraina-russia-dollari
[7] https://time.com/person-of-the-year-2022-volodymyr-zelensky/
[8] https://www.affarinternazionali.it/pericoli-e-svantaggi-adesione-ucraina-ue/
[9] https://www.corriere.it/cronache/23_febbraio_11/ucraina-sta-diventando-parte-nato-87026486-aa29-11ed-9a4b-673945879bc9.shtml