Guida alla lettura
L’idea socialista è in continuo e meraviglioso sviluppo nella coscienza degli operai. Gli operai si convincono sempre più che la lotta di classe deve tendere al conseguimento delle rivendicazioni radicali e sono persuasi che i fini massimi saranno attuati soltanto attraverso la stretta unione di tutte le forze e di tutte le volontà proletarie. Questa nuova psicologia rende urgente non solo la necessità di consolidare le organizzazioni di classe già esistenti, ma anche quella di creare e di coordinare nuovi organismi predisposti ad una azione rivoluzionania non più generica e teorica ma pratica e proficua che si svolga attraverso le esperienze del lavoro, in modo da aderire all’intero processo di produzione industriale. Siamo convinti che l’istituzione meglio corrispondente a queste assillanti urgenze è appunto il Consiglio di officina, le cui forze e Ie cui attivita devono disciplinatamente convergere alla costruzione del sistema dei Soviet locali, regionali, nazionali.
Lo scopo precipuo e fondamentale dei Consigli di officina e dei Soviet deve essere tecnico e amministrativo: essi devono proporsi di disciplinare, coordinandole, tutte Ie forze produttive per una migliore e maggiore produziooe a vantaggio della collettività . Finché non sarà abbattuto Il dominio capitalistico e non saranno annientate le barriere tra le diverse classi, l’attività del Consiglio d’Officina deve inquadrarsi nell’azione politica generale della classe operaia mirante alla dittatura proletaria. In questo periodo di intensa preparazione rivoluzionaria il Consiglio di fabbrica deve tendere a coinvolgere tutti quanti i lavoratori del braccio e del cervello nel processo attivo e cosciente della Iotta politica e rivoluzionaria, deve tendere a far sì che ogni individuo della classe lavoratrice diventi un milite disciplinato, consapevole della verità rivoluzionaria: l’emancipazione dei lavoratori sarà opera degli stessi lavoratori.
Il Consiglio d’officina deve essere l’espressione genuina di tutti i lavoratori di una determinata fabbrica: deve essere composto di Commissari organizzati nei Sindacati professionali, ma eletti da tutti i produttori, organizzati e non organizzati; l’assemblea di questi Commissari eleggerà un proprio Comitato esecutivo; i Comitati esecutivi degli operai, dei capi tecnici e degli impiegati costituiranno il massimo organismo proletario dell’Officina.
La forma dei Consigli d’officina dovrà sempre essere discussa e poter essere modificata. La forma del Consiglio dipende dalla potenza politica ed economica della classe operaia, è cioè strettamente connessa alle diverse fasi del processo rivoluzionario. Molta strada e non certo facile, dovrà ancora essere percorsa prima che il Consiglio d’Officina possa diventare una forza preponderante sui rispettivi poteri capitalistici. La mèta sarà però tanto più vicina quanto più la volontà e le forze disciplinate del proletariato convergeranno a questo scopo, accrescendo la potenza del Consiglio d’Off icina.
Nessuna Commissione Interna avrebbe potuto svolgere la mole di lavoro che risulta dalla presente relazione se non basandosi sul confortante ed efficace aiuto dei Commissari di Reparto, senza essere cioè il Comitato Esecutivo di un Consiglio di fabbrica. Attraverso i Commissari di Reparto, è stato possibile, in diverse riunioni, accertarsi della vera espressione della volontà operai nelle agitazioni, è stato possibile coordinare l’attività molteplice domandata dalla vastità dell’officina, e impedire il ripetersi delle fermate inconsulte del lavoro. Le grandi manifestazioni di carattere politico o per la difesa dei diritti acquisiti sono riuscite perfettamente per l’opera dei Commissari: ne consegue che il Consiglio d’Officina è l’apparecchio più idoneo di cui possa servirsi il proletariato per attuare la sua disciplina e la sua potenza di classe, è l’arma più efficace che il proletariato può impugnare per il conseguimento delle sue finalità.
Degna di menzione è l’opera svolta dal segretario di collegamento, specie nelle sotto-sezioni della F.l.A.T. Per l’attività del Segretario di collegamento alcune richieste sono state presentate collettivamente per gruppi di officine, è stato possibile stabilire accordi tra diversi Comitati esecutivi e attenersi alle disposizioni prese in comune senza urtare con le esigenze particolari di ogni officina. Il procedere di comune accordo fra le diverse officine è per i Consigli fonte di coesione e di ordine proletario, elementi fondamentali sui quali deve basarsi l’edifizio del Soviet locale. E’ dunque necessario valorizzare debitamente l’opera dei Segretari di collegamento e dar loro la possibilità di svolgere più completamente e più spesso le loro mansioni.
Il problema del riconoscimento o meno dei Commissari di Reparto da parte della Direzione, specie dopo la minaccia espressa in proposito dagli industriali, è sembrato a qualcuno di una eccezionale gravità. A nostro modesto avviso questo problema è invece di importanza relativa. E’ fuori di qualsiasi dubbio che gli industriali non accetteranno di riconoscere e di Iasciar funzionare pacificamente il Consiglio di officina che tende appunto ad abbattere il dominio capitalistico minando i pilastri sui quali poggia la borghesia. Il riconoscimento avverrebbe solo se i propugnatori dei Consigli facessero esplicita dichiarazione di limitarsi all’attività inerente ai patti di lavoro, e di voler collaborare alla conservazione del regime borghese attuale, dando di questi loro buoni propositi garanzie solide e prove esuberanti. Per ottenere il riconoscimento dei Consigli occorrerebbe stipulare contratti e accettare tutte le limitazioni Iegali che gli industriali intendessero bene introdurvi. Ciò significherebbe la morte sicura del nuovo istituto operaio che può affermarsi e svilupparsi solo in quanto conserva la libertà di muoversi é di modificare il suo organamento a seconda che mutano le esigenze del processo rivoluzionario e la psicologia della classe operaia.
Quello che invece preme di più e che merita di essere discusso con la maturità e la consapevolezza necessarie è di definire il compito particolare del Consiglio d’Officina nell’attuazione dei nostri programmi e di stabilire quali debbono essere le mansioni dei Commissari e del Comitato Esecutivo in rapporto alle nostre forze rivoluzionarie. Il resto verrà da sè, in conseguenza dell’assillante necessità di sconvolgere gli attuali ordinamenti sociali, per liberare le forze produttive dalle catene che le tengono paralizzate e in conseguenza della forza politica nazionale e internazionale che la classe operaia sarà riuscita a organizzare. Gli industriali non sono degli dei e neppure dei superuomini: essi dovranno sottostare alle leggi dello sviluppo storico. Il meraviglioso risveglio della classe operaia, che caratterizza il periodo attuale, è il risultato del progresso tecnico industriale, che i capitalisti hanno attuato per ragioni di profitto individuale e per mettere lo Stato borghese in grado di vincere la guerra imperiaiista. La superiore posizione che oggi la classe operaia occupa nel campo industrale, nel processo della produzione dovrà essere riconosciuta non dagli industriali, ma dalla Storia. La classe lavoratrice è stanca di essere sfruttata e di essere considerata come composta di pària; il sistema di imperio autocratico nella disciplina industriale non può più reggere, è diventato un vero e proprio sistematico sabotaggio dell’apparato di produzione industriale. Sono diventate necessarie forme di governo industriale democratiche, corrispondenti alla posizione storica ohe oggi occupa la classe operaia. Il Consiglio d’officina è la forma di questo governo industriale democratico. Se gli industriali si oppongono al funzionamento dei Consigli, se gli industriali per finalità politiche, per mantenere il loro privilegio, vogliono comprimere i tentativi che Ia classe operaia fa per ritrovare nuovi modi di produzione, ebbene, riuniremo le nostre forze, chiameremo alla battaglia le armate proletarie che accampano nelle officine, nei cantieri, nelle miniere, nei campi d’Italia, impegneremo tutte Ie nostre forze e imporremo la nostra volontà come abbiamo fatto per il riconoscimento delle Organizzazioni professionali, come abbiamo fatto per le otto ore. Non ci faccierno illusioni: gli industriali sono anch’essi convinti che la classe operaia necessariamente deve procedere innanzi nelle afferrnazioni del suo potere e dei suoi fini rivoluzionari, e si organizzano fortemente in grandi coalizioni capitalistiche e bancarie; la battaglia non può essere evitata perchè sono in gioco i privilegi fondamentali della classe capitalista, sui quali poggia tutto l’edifizio della Società divisa in classi, culminante nello Stato bonghese; la nostra volontà ricostruttrice dovrà necessariamente essere imposta, e solo dopo la vittoria della classe operaia potremo procedere bene nel lavoro comune rivolto alla produzione della comune ricchezza.
Le mansioni cui dovranno dedicarsi i Cornmissari di Reparto si possono considerare di due specie. Come mansione minima l’attività dei Commissari deve svolgersi intorno ai reclami di qualsiasi genere; i Commissari devono porsi in grado di comprendere e chiarire tutti i fatti che succedono nel lavoro e nello svolgimento dei rapporti che intercorrono tra la maestranza, la ditta e gli organi direttivi del proletariato: devono informare il Comitato Esecutivo di tutto l’andamento dell’officina, di tutte le manifestazioni e i desiderata degli operai; devono comunicare le disposizioni deliberate tra il Consiglio d’officina e il C.E. e curare affinchè siano attuate col dovuto ordine e con disciplina proletaria: devono vigilare affìnchè le norme regolamentari e igieniche vengano debitamente osservate.
Come mansione massima invece si intende lo svolgimento di un’attività nel campo tecnico, politico e disciplinare. Ogni Commissario deve predisporre i suoi compagni di lavoro ad una scrupolosa disciplina proletaria sia nei rapporti con le deliberazioni del Consiglio, sia nel processo del Iavoro: deve esortarli a rendersi coscienti dell’importanza e del significato del proprio lavoro, inducendoli a frequentare scuole pubbliche e private, per essere in grado, con I ‘esperienza pratica e con la cultura individuale, di comprendere le esigenze e le tendenze dell’industria moderna e aver quindi la capacità di imprimerle un maggiore sviluppo quando sarà socializzata; deve svolgere una propaganda persuasiva, prendendo lo spunto da tutti gli avvenimenti quotidiani, sui metodi e i fini del Partito Socialista e per ottenere I’iscrizione in massa degli operai nelle organizzazioni sindacali e politiche; deve specialmente valorizzare il Comitato Esecutivo del Consiglio d’Officina, massimo organismo dell’autogoverno proletario; i Commissari devono sempre tenersi pronti politicamente ad ogni evento e ad ogni appello degli organi direttivi della classe operaia.
Se i Commissari svolgeranno con disciplina e coscienza proletaria queste loro mansioni, senza avvilirsi se queste spesso sembrano molto modeste e di piccolissima importanza nel quadro generale della Rivoluzione, noi riusciremo a costruire un gigantesco polipo i cui tentacoli si infiltrano in tutte le pieghe della vita moderna industriale, abbracciando e coordinando tutte le attività produttive e rivoluzionarie, riusciremo a costruire un formidabile strumento di lotta da rivolgere per il conseguimento dei nostri fini e per I’instauramento del potere proletario.
II nuovo C. E. avrà il compito di consolidare e rendere sempre più efficace la nuova istituzione dei Consigli, escogitando ogni mezzo atto a educare gli operai in tutte le attività tecniche, politiche, morali, necessarie per collaborare alla costruzione della Società comunista; esso dovrà portare a termine le trattative intavolate dall’attuale C. E. con la Direzione per la fondazione di una biblioteca circolante d’officina ricca di libri sull’industria, sulla storia e sulla economia politica.
Concludiamo esortando i dirigenti le organizzazioni, i quali manifestano una grande avversione per i Consigli d’Officina, a voler riesaminare le loro vedute in proposito e a stringersi con i propugnatori dei Consigli per renderne più omogenea e rapida l’attuazione. Esortiamo pure gli operai, che rivolgono lo sguardo alla luce d’Oriente con tanta aspettazione, a voler imitare i nostri valorosi compagni russi nella volontà, nella tenacia e nella fede, e a dedicarsi con spirito di sacrifizio e di abnegazione al lavoro dei Consigli d’Officina per la sollecita instaurazione del regime socialista.
Il Comitato Esecutivo
Aprà Giovanni, aggiustatore
Bordigari Felice, tornitore
Carretto Giorgio, tornitore
Danusso Carlo, tornitore
Giorgi Felice, aggiustatore
Parodi Giovanni, aggiustatore
Questa relazione fu approvata dall’assemblea generale degli operai delle Officine FIAT Centro il 20 marzo scorso all’unanimità, e alla Commissione Interna fu rinnovato il mandato.[i]
Note:
[i] Nota a margine inserita dall’Ordine Nuovo